mercoledì 18 aprile 2012

La Mitologia del taglio

Tagliare è un'azione che può dividere, separare a volte risolvere un problema; un'azione che può far scaturire miti, racconti e storie.
Come vedremo in questi brevi riassunti al taglio sono stati attribuiti valori diversi nel corso del tempo.


Mito del nodo Gordiano

La tradizione leggendaria risale a un tempo in cui i Frigi erano privi di un legittimo re. L'oracolo di Telmisso, antica capitale della Frigia, predisse che il primo uomo ad entrare in città su un carro trainato da buoi sarebbe diventato il loro re. Il primo ad entrare in città guidando un carro trascinato da buoi, fu Gordio, un misero contadino, che, in conformità all'oracolo, fu nominato re dai sacerdoti. Questo era stato previsto in altro modo mediante un segno degli dei, ovvero un'aquila atterrata sul carro. In ringraziamento, suo figlio Mida dedicò il carro alla divinità frigia Sabazio (che i Greci identificavano con Zeus) e lo legò inoltre a un palo, o ne assicurò la stanga con un intricato nodo di corteccia di corniolo (Cornus mas). Il carro era ancora nel palazzo di Gordio appartenuto ai re di Frigia quando vi giunse Alessandro, nel IV secolo a.C., epoca in cui la Frigia era stata ridotta a satrapia dell'impero persiano.
Nel 333 a.C., mentre svernava nella città, Alessandro provò a sciogliere il nodo. Non riuscendo a venirne a capo, per scioglierlo, lo tagliò a metà con un colpo della sua spada, ottenendo comunque lo scopo, con la cosiddetta soluzione alessandrina. Tagliato il nodo, i suoi biografi affermano retrospettivamente l'esistenza di una predizione oracolare secondo cui, chi fosse riuscito a sciogliere il nodo, avrebbe avuto il potere sull'Asia.
Plutarco mette in discussione la pretesa secondo cui Alessandro avrebbe tagliato il nodo con un colpo di spada, e riferisce che, secondo Aristobulo di Cassandra, Alessandro lo avrebbe sfilato dalla staffa del carro, piuttosto che tagliato. Ad ogni modo, Alessandro andò alla conquista dell'Asia, fino al'Indo e all'Oxus, facendo, così, avverare la profezia.


 
Il nodo Gordiano


Racconti Occidentali
La tradizione del taglio del mantello

San Martino divide il suo prezioso mantello con un povero, particolare della facciata del Duomo di Lucca dedicato al santo

Quando Martino era ancora un militare, ebbe la visione che divenne l'episodio più narrato della sua vita e quello più usato dall'iconografia e dalla aneddotica. Si trovava alle porte della città di Amiens con i suoi soldati quando incontrò un mendicante seminudo. D'impulso tagliò in due il suo mantello militare e lo condivise con il mendicante. Quella notte sognò che Gesù si recava da lui e gli restituiva la metà di mantello che aveva condiviso. Udì Gesù dire ai suoi angeli: «Ecco qui Martino, il soldato romano che non è battezzato, egli mi ha vestito». Quando Martino si risvegliò il suo mantello era integro. Il mantello miracoloso venne conservato come reliquia ed entrò a far parte della collezione di reliquie dei re Merovingi dei Franchi. Il termine latino per "mantello corto", cappella, venne esteso alle persone incaricate di conservare il mantello di san Martino, i cappellani, e da questi venne applicato all'oratorio reale, che non era una chiesa, chiamato cappella.

Il taglio del mantello

Racconti orientali
Susanoo e Orochi

Susanoo, esiliato dal Cielo, giunse nella provincia di Izumo (oggi parte della Prefettura di Shimane). Dopo poco tempo incontrò un uomo anziano e sua moglie, piangenti assieme alla loro figlia. L'anziana coppia spiegò che avevano all'inizio otto figlie, che furono divorate però una ad una, ogni anno, dal drago chiamato Yamata-no-Orochi ("Il serpente otto-forcuto", che si diceva venisse dalla regione di Kosi, oggi Hokuriku). Il terribile drago aveva otto teste ed otto code. Ed ora, Kusinada (o Kushinada-Hime, "principessa della risaia") era l'ultima rimasta delle otto figlie.

Susanoo, che ben conosceva la relazione della coppia con la dea del sole Amaterasu, sua sorella, offrì loro il suo aiuto in cambio della mano della loro magnifica figlia. I genitori accettarono e Susanoo trasformò Kushinada in un pettine, nascondendola in modo sicuro fra i suoi capelli. Ordinò poi che fosse costruita una staccionata attorno alla casa, con otto cancelli, otto tavoli ad ogni cancello, ed otto fiaschi su ogni tavolo, ognuno riempito con vino di riso fermentato otto volte.

Orochi arrivò, e fu attirato dal vino; lo bevve, e con suo stupore fu ucciso da Susanoo. Un fiume vicino divenne rosso per il sangue del drago ucciso. Mentre Susanoo tagliava il drago a pezzettini, trovò all'interno di una delle code un'eccezionale spada, che il dio non era stato in grado di tagliare con la sua. La spada venne successivamente portata da Amaterasu, e venne chiamata Ame no Murakumo no Tsurugi (in seguito, Kusanagi). Questa spada ricorrerà spesso in molte altri racconti.

Susanoo e Orochi


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